Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): — Miei no, ma tuoi di sicuro sì. Il mio capo deve aver avuto sentore di qualcosa. E suppongo intenda approfittarne. Il fatto che non riuscirebbe mai a metterci le mani sopra in prima persona, non vuol dire che non gli piacerebbe che il tuo Ufficio diventasse una colonia del nostro. — Di Stefano parlò senza guardare Mariani, in apparenza intento a far rotolare le biglie sul tappeto verde. Poi all'improvviso alzò gli occhi, quasi per coglierlo in fallo.
L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Il duca aveva tentato di protestare, ma si era reso conto che la resistenza sarebbe stata inutile: i cavalieri normanni restavano rispettosamente inginocchiati, ma le alture attorno all'accampamento brulicavano di variaghi e di peceneghi. Stefano di Blois ascoltava taciturno, un lieve sorriso sulle labbra: era perfettamente sereno e aveva compreso di potersi fidare.
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): Quel giorno, entrando, trovai i commessi affollati nell'ultimo stanzone, che si squaccheravano di tanto in tanto in risate assistendo a un diverbio tra Stefano Firbo e un certo Turolla, burlato da tutti anche per il modo con cui si vestiva. Una giacca lunga, diceva quel povero Turolla, a lui così corto, lo avrebbe fatto sembrare più corto. E diceva bene. Ma non s'accorgeva intanto, così tracagnotto e serio serio, con quei mustacchioni da brigadiere, come gli stava ridicola di dietro la giacchettina accorciata, che gli scopriva le natiche sode. |